Firenze - 22.2.1969
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info@soniadefranceschi.it www.soniadefranceschi.itIncisore. Pratica l’attività calcografica dal 1992. Opera in prevalenza con le tecniche dell’acquaforte e dell’acquatinta. Ha all’attivo 54 lastre, ne realizza mediamente 3 all’anno. Stampa in proprio. Dal 1995 ha allestito 8 personali e partecipato a 38 collettive.
“Osservava Baudelaire nei suoi Diari Intimi che il disegno arabesco è il più ideale di tutti. Un’opinione che condivisero in molti tra i migliori incisori e disegnatori tra Ottocento e Novecento, avvinti nei meandri psichici e negli afflati romantici e simbolisti: per essi la grafica, con le sue stilizzazioni immaginifiche ed i suoi percorsi labirintici, fu il medium prediletto per esprimere i lati più profondi ed intimi dell’individualità artistica. Klinger, Redon, Rops, Beardsley, Kubin, Martini -solo per fare i primi nomi che vengono alla mente- esplorarono ed evidenziarono con i mezzi del bianco e del nero la dimensione drammatica della realtà”. A tale contesto si riallaccia lo storico dell’arte Emanuele Bardazzi per collocare l’attività di Sonia De Franceschi, artista fiorentina che, a costo di apparire arcaica o fuori tempo, non rinuncia a seguire tale eredità ideale. Lei stessa (…) afferma che il suo secolo ideale, sia a livello letterario che artistico, sarebbe stato proprio l’Ottocento, tra Decadentismo, Simbolismo e Art Nouveau: qui il suo stile sarebbe stato maggiormente compreso e le sue idee più apprezzate, mentre nell’ambiente attuale la sua passione per il gotico, per il Medioevo pagano celtico-arturiano, per l’assoluta bidimensionalità, per il segno duro e tagliente, non trovano sufficiente risposta. (...). Nel corso degli studi (…) impara a dipingere a tempera, ad acquerello, ad olio, ma l’unica tecnica che riflette totalmente le sue idee ed esprime a pieno se stessa è l’incisione. Non le interessa riprodurre la realtà, non è attratta dai colori vivaci, né dall’ “abbozzo impressionista”: per lei è essenziale il segno netto e preciso (e) il puro contrasto bianco-nero.
I.Castaldi