Napoli - 20.3.1976
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veronica.longo@libero.it www.veronicalongo.comIncisore, pittrice, illustratrice e grafica pubblicitaria. Pratica l’attività incisoria dal 2002, prediligendo prevalentemente le tecniche dell’acquaforte e della ceramolle. Ha realizzato 200 matrici circa, mediamente 20 all’anno. Stampa in proprio. Dal 1995 ha allestito 7 personali e partecipato a 103 collettive.
Veronica Longo è una giovane artista, una giovane donna ed una brava e instancabile disegnatrice, che, affascinata dal mondo della calcografia, si è appropriata delle sue tecniche: da quelle più classiche, con dettami quasi integralisti, alle sperimentali di più recente invenzione. Con questo meraviglioso bagaglio di conoscenze, fagocitate in tanti anni di studio famelico, curioso e coscienzioso, ha generato immagini che traggono dalla figurazione la forza per il proprio potere evocativo. A ciò si accompagna la ricerca spasmodica di quella magia che esplode al primo levarsi del foglio stampato, magia ben nota a tutti gli incisori e relativa a quell’istante di stupore e godimento che segue la nascita di ogni singola stampa e si accentua al rivelarsi della prima prova di ogni lastra come al primo vagito di un neonato. Il suo lavoro grafico nasce con la xilografia, ma Veronica ha bisogno di segno e lascia la xilo per affrontare le tecniche del segno puro, soprattutto quello a puntasecca, sia su plexiglas che su zinco e, dal 2005, anche all’acquaforte. […] Il filo conduttore delle sue storie è la evocazione-leggerezza: ogni sua incisione è un sentimento ed un’emozione importante che, sempre proposti attraverso una figura spesso adolescenziale, soprattutto immagini di bambini, si fanno da questa sollevare come foglie al vento, lasciando sull’adulto-selciato parte del proprio peso. Al tempo stesso il gioco si inverte e tutti, che siano maschi o femmine, ci travolgono con sguardi profondi ed interrogatori amplificando i toni proprio grazie alla loro giovane età. La donna-artista emerge da questi fogli con la potenza della sua sensibilità femminile e ci offre con orgoglio i suoi personaggi-figli quali gioielli di una moderna Cornelia. Mi piace leggere la speranza nell’opera di Veronica, una speranza legata al mondo dell’innocenza e del semplice. Nascono così le bolle di sapone, proposte e riproposte negli anni sulle labbra e nelle intenzioni di soggetti di ogni età […] Tutte opere complici nel narrare la metafora della vita prendendo in prestito l’eterno divertissement fatto di bolle, a volte colorate d’infanzia, che si librano simili a desideri innocenti, a sogni che ci riportano al mondo-bambino ed al tempo stesso ci proiettano nel futuribile, bolle che sanno di essere memoria ma, a mio parere, anche progetti a venire. […] Le varie tavole paiono voler creare un’idea di invenzione e speranza rivolta al giorno che verrà. E anche se c’è nell’artista l’intento di proporre le bolle come rappresentazione stupenda e stupita dell’effimero, di ciò che è, e già non è più, noi guardiamo le sue creature come se tutto fosse eterno e possiamo provare a perderci per qualche istante nella profondità di un sogno prima che l’effimero si volatilizzi assieme al nostro Peter Pan.
Ermes Bajoni